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A SUA ECCELLENZA

IL SIGNOR

MARCANTONIO ZORZI

PATRIZIO VENETO1.


P
OSSO dire. Eccellenza, d’aver fatto con lei lungo tempo all’amore. Sapeva io che Ella intensamente nutriva un genio vivissimo per la Scenica Poesia, e che questo, corredato in lei più che in ogni altro, di criterio, di erudizione e di brio naturale, non solo la rendeva giudice rispettabile di qualunque Teatrale composizione, ma potea facilmente condurla ad essere in tal genere di studio maestro e guida. Negli anni addietro aveva di quando in quando la consolazione di vederla, e di sentirmi dalla di lei voce medesima con parole dolcissime consolato. Quando una Commedia nuova esponevo al pubblico, qualunque fosse, rapporto all’universale, trista o buona la sua ventura, spiare attentamente curavami qual fosse stato dell’E. V. il giudizio, e questo solo bastavami per approvarla o disapprovarla io stesso, a fronte di qualunque altra opinione. Niente più desideravo pertanto, che potermele avvicinare colla persona, siccome trovavami seco lei medesimato coll’animo; ma oltrechè la bassezza mia trattenevami, varie altre combinazioni si opposero alla rispettosa mia brama, e come accader suole a un amante di bella Donna invaghito, il quale in mezzo agli ostacoli non lascia di amarla e di lusingarsi, e ottiene finalmente per via impensata il premio di sua costanza, tal io, dopo avere sospirato per qualche tempo il patrocinio amabile dell’E. V., dopo esserne stato, dirò anche, geloso, l’ho finalmente ottenuto, e tanto lieto sono di tale acquisto, quanto affliggevami la privazione.
  1. La seguente lettera di dedica uscì la prima volta nel t. IX dell’ed. Paperini di Firenze, l’anno 1755.