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LA DONNA VOLUBILE | 415 |
SCENA XI.
Lelio solo.
Bella costanza invero! Costante nella pazzia; costante, si potrebbe dire, nell’incostanza! Orsù, è finita. Con lei non me ne impaccio mai più. Sinora sono stato esitante; ora mi determino per la signora Eleonora, e vado in questo punto a risolvere, s’ella non mi ricusa. (parte)
SCENA XII.
Camera di conversazione, con illuminazione.
Diana, Colombina e Corallina.
Colombina. Oh via, venite qui; lasciatevi mettere il cerchio.
Diana. Non lo voglio assolutamente.
Corallina. Volete sposarvi in quest’abito?
Diana. Il signor Anselmo mi ha detto di sì.
Colombina. Eh, che il signor Anselmo è un pazzo.
Corallina. Eh, che il signor Anselmo è un montanaro.
SCENA XIII.
Anselmo e le suddette.
Anselmo. Che c’è? Che fate?
Diana. Guardate, signore, mi vogliono mettere il cerchio.
Anselmo. Ah, femmine indiavolate! La signora Diana è forse da distillare, che la volete mettere in quel tamburlano?
Colombina. Ma ha da sposarsi come serva?
Anselmo. In questo ci ho da pensar io, e non voi.
Corallina. Oh, che sposino di buon gusto!
Anselmo. Portate via quell’imbroglio. I piedi della signora Diana non hanno bisogno dell’ombrello per ripararsi dal sole.