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402 | ATTO PRIMO |
Rosaura. Serva, la mia cara Beatrice.
Beatrice. Perdonate l’incomodo.
Rosaura. Oh, mi avete fatto il maggior piacere del mondo.
Beatrice. (Oggi la luna è buona). (da sè)
Rosaura. Avete saputo ch’io sono sposa?
Eleonora. Sì, l’abbiamo saputo. Me ne rallegro infinitamente. Il vostro sposo non è il signor Lelio?
Rosaura. Sì, il signor Lelio.
Eleonora. Oh, quanto me ne consolo. (Maledettissima). (da sè)
Beatrice. Orsù, signora Rosaura, spero che in avvenire saremo sempre amiche1, e non mi guarderete più con occhio torbido.
Rosaura. Perchè mi dite questo? Sapete che sempre vi ho voluto bene, e sempre ve ne vorrò; sarete sempre la mia cara amica.
Beatrice. Non potete negare di aver avuta un poco di gelosia per il signor Florindo; ma ora che vi sposate col signor Lelio, e che di Florindo avete detto tutto il male del mondo, a lui certamente non penserete più.
Rosaura. Oh, io... non ci penso.
Beatrice. E se io avessi qualche inclinazione per lui, non vi darò dispiacere.
Rosaura. Avete dell’inclinazione per lui?
Beatrice. Per ora non so niente di positivo; ma dico che, caso mai io facessi con lui amicizia, ciò non mi farebbe perder la vostra.
Rosaura. Sì, ho capito che siete un’amica finta.
Beatrice. Come! Amica finta? Perchè?
Rosaura. Per causa vostra, Florindo si è disgustato con me.
Beatrice. Perchè per causa mia?
Rosaura. Non parliamo altro.
Beatrice. Parlate, dichiaratevi.
Eleonora. Eh, cara Beatrice, la signora Rosaura sa tutto, non occorre nascondersi. Sa che voi amate Florindo, e che egli è
- ↑ Zatta: sarete sempre amica.