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366 | ATTO PRIMO |
Rosaura. Che dite, eh? Che giovane di garbo... che bel giovane... Sediamo, sediamo: ehi, chi è di là?
Beatrice. (Come! Rosaura amante di Florindo? Costei è mia rivale). (da sè)
SCENA VI.
Colombina e le due suddette.
Colombina. Signora.
Rosaura. Porta due sedie.
Colombina. Signora sì.
Rosaura. Che hai, che sei ingrugnata?
Colombina. Perchè non si fa servire da Corallina?
Rosaura. Via, via, pazzerella. Sai che la collera mi passa presto.
Colombina. (Non è mai per un giorno intiero del medesimo umore). (da se; reca le due sedie, e parte)
Rosaura. Orsù, sediamo e discorriamo un poco di Florindo. Non è vero ch’egli è un bel giovane?
Beatrice. Sì, è verissimo. (Ma per te non sarà). (da sè)
Rosaura. Ha due begli occhi. Ha delle cosette buone.
Beatrice. Ma ditemi, come ve la passate col signor Lelio?
Rosaura. Oh, non me lo state a nominare nemmeno. Egli è senza garbo, senza grazia: non lo posso vedere.
Beatrice. Come dite ora tanto male del signor Lelio, se l’altro giorno era il vostro diletto?
Rosaura. Non lo conosceva bene. Ora l’ho conosciuto meglio; e poi fa le grazie con la signora Eleonora.
Beatrice. (Ora capisco perchè ne dice male). (da sè)
Rosaura. Ma quel Florindo, che dite di quel caro Florindo, non è un giovane che consola a mirarlo?
Beatrice. Lo sa il signor Pantalone vostro padre, che vi piace Florindo?
Rosaura. Non lo sa; anzi ieri mi propose per marito un certo Anselmo, mercante di montagna, ed io per rabbia ho detto di sì.
Beatrice. Ed ora come anderà con vostro padre?