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Associati non mi hanno dato denari per antecipazione: il Cavaliere che mi ha scritturato1, di mese in mese somministravami anticipatamente il pattuito denaro. Gli Associati potevano senza danno differir il piacer di leggere; il Teatro all’incontro giornalmente pativa senza le produzioni novelle. In tale stato, in tale contingenza, se consultati avessi gli Associati medesimi, qual di loro avrebbemi animato ad abbandonar il Teatro, per terminar l’Edizione? Niuno certamente, se non se un qualche Librajo, per desiderio di ristamparla. Ora dunque, dopo essermi consigliato colla mia puntualità, col mio preciso dovere, chi saprà condannare la mia condotta? Di che sono io debitore ai Signori Associati? Che perdono essi per una dilazione di pochi mesi o di un anno? Ah sì, son debitore ad essi della sollecita amorosa cura, con cui desiderando le mie Commedie, mostrano più vivamente d’amarle. Ma questi mesi, ne’ quali invece di regolare e correggere le Commedie vecchie, ne ho fatte delle nuove, non sarà tempo perduto nemmen per essi. Terminata l’Edizione dei dieci Tomi (e forse fino ai dodici in Firenze allungata2) si principierà una nuova Edizione in Venezia, a due tomi l’anno di Commedie nell’Edizione Fiorentina non comprese3, e si renderà in tal guisa più lungo il divertimento. Egli è vero che in quest’anno, a causa delle malattie suddette, quantunque ad altro non mi sia applicato, cinque Commedie solo, in luogo delle otto promesse, mi riuscì di compire, ma spero poter negli anni successivi supplire, tanto più che la generosità di S. E. il Signor Antonio Vendramini4 mi ha accresciuto per gli anni avvenire dugento ducati all’anno, senza nemmeno che io mostrassi desiderarli. Ecco un altro fatto che sarà reputato superfluo di render pubblico in questi fogli, ma io sentomi mosso a farlo per dar gloria all’animo pio e generoso del Cavaliere, e per far al Mondo costare che mai non dovrò pentirmi dell’onore che ho di servirlo, e che nuovamente ringraziar deggio chi n’è stato la causa.

Le parole dette sinora niente servono alla Commedia che seguita;

  1. Il N. H. Antonio Vendramin, nominato più sotto.
  2. Ciò non accadde: l’ed. Paperini di Firenze restò compiuta con 10 tomi.
  3. Allude all’ed. Pitteri di Venezia, che cominciò a uscire nell’aprile del 1757.
  4. Ricordiamo la dedica dell’Adulatore (vol. IV della presente edizione).