Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, VI.djvu/325


313

Livia. Sì, vi licenzio.

Eleonora. Se per causa mia lo private di tanto bene, signora, pronta sono a partire.

Livia. Non più repliche. Andate immediatamente di casa mia.

Guglielmo. No so cossa dir. Ghe vuol pazienza. Ma non ho mai credesto, che a una donna civil e savia ghe possa despiaser un omo che sa mantegnir la fede; un uomo, che per no sagrificar l’onor d’una povera putta, se contenta piuttosto de perder la so fortuna, e de passar miseramente i zorni della so vita. Anderò via; penerò, pianzerò, ma no me pentirò mai d’un’azion onorata, e me sarà sempre care le mie miserie, pensando che mi me le ho procurade per no mancar de parola, per no mancar de fede a una donna, che ha rischia tutto per amor mio. (via)

Livia. (Eppure mi muove a pietà).

Eleonora. Infelice Guglielmo. Oh Dio! Per mia cagione sarai tu sventurato! Ma qualunque sia il tuo destino, teco mi avrai a parte. Ti seguirò da per tutto

Livia. Fermatevi; tralasciate di piangere, e ritiratevi in quella stanza.

Eleonora. No, signora, non lo sperate; voglio seguire il mio sposo.

Livia. Se amate Guglielmo, se vi cale della sua vita e della sua fortuna, di qua non partite.

Eleonora. Oh Dio! Che volete voi far di me?

Livia. Una donna onorata non può che procurare di giovarvi.

Eleonora. Perchè licenziare di casa vostra Guglielmo?

Livia. Perchè non voglio in casa mia due amanti, dopo essere stati quattro mesi disgiunti.

Eleonora. Vi tornerà egli?

Livia. Sì, forse vi tornerà.

Eleonora. Abbiate pietà di noi.

Livia. Ritiratevi, e non temete.

Eleonora. Cieli, a voi mi raccomando. (entra in una camera)

Livia. Perchè scacciarlo da me? Perchè privarlo della mia casa? Di che è egli reo? Mi ha forse promessa la di lui fede? Mi ha giurato amore? Mi ha assicurato non essere con altra donna