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che ho fatto, l’è sta el più bello, el più dilettevole, el più omogeneo alla mia inclinazion. Un mistier nobile e onorato, che se esercita con nobiltà, con autorità. Che dà motivo de trattar frequentemente con persone nobili; che dà modo de poder far del ben, delle carità, dei piaseri onesti. Che xe utile quanto basta, che tien la persona impiegada discretamente; e tanto el me piase sto onorato mistier, che se el cielo segonda i mi disegni, spero de tornarlo a esercitar, con animo risoluto de non lassarlo mai più.

Livia. Sappiate, signor Guglielmo, che nella mia eredità vi è una giurisdizione comprata da mio padre, in cui vi posso far cancelliere.

Aurora. Se mio marito anderà governatore, non lascierà voi per un altro.

SCENA XV.

Conte Portici e detti.

Conte. Riverisco lor signori. (tutti salutano) Oh poeta mio, vi son schiavo. (a Guglielmo) Siete qui per fare alcune delle vostre opere!

Guglielmo. Patron reverito.

Aurora. (Un’altra novità).

Livia. Anco poeta?

Aurora. Sì, è poeta, non lo sapete?

Conte. Io l’ho conosciuto in vari paesi, ho sentito delle sue poetiche composizioni, ed ho veduto in parecchi teatri delle sue fatiche.

Aurora. Oh, questa è una bella professione!

Livia. Questo è un mestier dilettevole.

Guglielmo. El componer per i teatri le ghe dise bella profession, mistier dilettevole? Se le savesse tutto, no le dirave cussì. De quanti esercizi ho fatto, questo xe sta el più laborioso, el più difficile, el più tormentoso. Oh, la xe una gran cosa dover sfadigar, suar, destruzerse a un taolin per far una composizion, e po vederla andar in terra, e sentirla criticar e tanaggiar, e