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narsi; ma in cinquanta Commedie non ve n’ha da essere alcuna che ecciti un poco la maraviglia? Non era necessario che io moltiplicassi le professioni, le scoperte, gli avvenimenti nel mio Avventuriere, ma espressamente ho voluto farlo, per trattar la Commedia in tutte quelle maniere che ho creduto essere convenienti al Teatro nostro, salvando l’onestà, il carattere, il verisimile quantunque maraviglioso, la morale, il buon esempio, il premio della virtù ed il trionfo della verità, sopra le macchine della persecuzione.

Alcuni vogliono, come altra fiata ho avuto occasion di dire, che nel mio Avventuriere abbia avuto animo di rappresentar me medesimo; in alcuni avvenimenti vi potrei esser ravvisato, ma in altri no. L’Avvocato, il Medico, il Cancelliere, il Segretario, il Console Mercantile e pur troppo il Poeta Teatrale sono impieghi che, quando più, quando meno, ho avuto occasione di esercitare; ma in vari tempi, in vari luoghi, in circostanze diverse da quelle del mio Avventuriere. Oh quante favole di me si scriveranno, quand’io averò terminato di vivere! Se tante se ne dicono ora ch’io son vivo, è ragionevole il credere che dopo la mia morte si raddoppieranno. Può darsi favola più lontana dal vero di quella che ora si è sparsa di me in Venezia? Dicesi che la Compagnia di que’ Comici, per la quale incessantemente io scrivo, sia meco in discordia1; dicesi perfino l’altissima bestialità, che siam venuti alle mani2. Giuro non aver mai avuto che dire con esso loro, anzi non essere io stato mai nè più queto, nè più ben veduto dai Comici di quel ch’io sono presentemente. Innamorati delle mie Commedie, le rappresentano con valore, con attenzione, con esemplare rassegnazione, e a confusion de’ maligni se ne vedranno gli effetti. Oh, se di me medesimo una Commedia compor dovessi, e se intrecciarla potessi con certi avvenimenti curiosi e particolari, son certo ch’ella mi riuscirebbe tenera, interessante, istruttiva, ridicola ancora, ma in qualche passo strana, iperbolica e non creduta.

  1. La presente prefazione fu stampata nella state del 1753. nel t. III dell’ed. Paperini. - S’intendono i Comici del Teatro di S. Luca (Vendramin).
  2. Si veda anche l’Introd.e per l’apertura del teatro di S. Luca nell’ott. 1753: C. G., Nuovo Teatro Comico. Ven.. Pitteri. t. I (1757).