Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, VI.djvu/257


L'AVVENTURIERE ONORATO 245

Paggio. Fatevela rendere. (piano a Berto)

Berto. Giuro a bacco, vo’ la mia borsa.

Guglielmo. Va via di qua, birbonaccio.

Berto. Vi spaccherò la testa in due pezzi.

Guglielmo. Ti romperò le braccia io.

SCENA XX.

Il Bargello coi Birri, e detti.

Bargello. Che rumore è questo?

Berto. Signor bargello, colui mi ha rubato una borsa con venti doppie.

Bargello. Come! (verso Guglielmo)

Guglielmo. Son un galantuomo, colui volea trafugare questa borsa.

Berto. Sì, io la voleva rubare! La borsa è nelle sue mani, ed io la voleva rubare! L’ha rubata a me il ladraccio.

Bargello. Favorisca, andiamo. (vuole arrestar Guglielmo)

Guglielmo. Fermatevi, signor bargello, e prima di far un affronto ad un povero forestiere, pensateci bene. Volete voi che qui su due piedi vi faccia toccar con mano chi è il ladro, e chi è il padrone di questa borsa? Osservate. Signor Berto garbatissimo, ella dice che è sua questa borsa?

Berto. Lo dico certo, se è mia.

Guglielmo. Se è cosa sua, saprà che monete ci son dentro.

Berto. Sicuro che lo so. Sono venti doppie.

Guglielmo. Ma in che monete son esse?

Berto. Che ne so io? Sono venti doppie.

Guglielmo. Chi ve l’ha date queste venti doppie?

Berto. È roba mia, e tanto serve.

Guglielmo. Vedete che si confonde? (al bargello) Se è roba vostra, saprete dire che monete sono.

Berto. Io non ho memoria...

Guglielmo. O bene; se non sa egli dire che monete siano, tenete, signor bargello, riscontrate se io so dirlo. (dà la borsa al bargello)