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L'AVVENTURIERE ONORATO 205


mi vergogno parlar delle mie miserie. Oltre la casa, oltre il vitto, si sa quante cose sono necessarie ad un galantuomo; non dico altro; veda ella se mi conviene partire.

Aurora. (Il discorso non può essere più opportuno). (da sè) No, signor Guglielmo, voi non avete da partire per questo. In tutta confidenza, eccovi dieci doppie, servitevene nelle vostre occorrenze.

Guglielmo. Dieci doppie?... La mi perdoni; non sono in grado di riceverle1.

Aurora. Per qual ragione le ricusate?

Guglielmo. Domanderò a lei, se mi dà licenza, per qual ragione2 me le vuol dare.

Aurora. Perchè ne avete bisogno.3

Guglielmo. Ne ho bisogno, è vero, ma non per questo...

Aurora. Oh via, tenetele e non parlate.

Guglielmo. Ma, la supplico. Da chi viene l’offerta? Da lei o dal signor don Filiberto?

Aurora. Ricevetele dalle mie mani, e non cercate più oltre.

Guglielmo. E s’io le ricevessi, a chi ne sarei debitore?

Aurora. A nessuno.

Guglielmo. Non permetterò certamente...

Aurora. Orsù, la vostra insistenza nel ricusarle è un’ingiuria che voi mi fate.

Guglielmo. Non so che dire... Per non mostrare di essere ingrato, le prenderò. (Ne ho di bisogno, ma pure le accetto con del rimorso). (da sè)

  1. Pap.: di poterle ricevere.
  2. Pap.: a lei, signora, per qual ragione.
  3. Segue nell’ed. Paper.: «Gugl. Il bisogno non mi farà perder di vista la convenienza. E anche troppo il bene che ho ricevuto da questa casa; non permetterò certamente che per causa mia s’abbia da incomodare. Aur. Voi ci trattale da miserabili; dieci doppie non alterano lo stato nostro. Gugl. Signora... io non lo dico per questo... Ma la mi compatisca; io non le posso ricevere. Aut. Ditemi la ragione. Gugl. Non saprei... Che la moglie doni dieci doppie... Che cosa vuol ella che dica il marito? Aur. È mio marito che vi offerisce questo denaro; non sono io. Gugl. Il signore D. Filiberto mi vuol dare codeste doppie? Per qual ragione? Aur. Per atto di confidenza, di buona amicizia, perchè sa che ne avete bisogno. Gugl. Chi gliel’ha detto che io abbia tale bisogno? Aur. In quattro mesi si è avveduto dello stato vostro. Gugl. Ed io in quattro mesi mi sono assicurato che dieci doppie non le può egli considerare come dieci paoli. Aur. Orsù, se le ricusate, mi dichiaro da Voi affrontata. Gugl. Non so che dire... Per non mostrare ecc.».