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sime doti che vi adornano. Somma Prudenza, Gentilezza di tratto, Sincerità di cuore, Brio ammirabile di talento, Pietà per i miseri, Amor del Vero, Inclinazion per le Lettere, Protezione per chi le professa, sono qualità in Voi sì belle, sì luminose, che ognuna di esse meriterebbe un encomio a parte. Ma io non saprei farlo sì degnamente che a Voi convenga; nè Voi lo vorreste, nè da me, nè da qualunque altro soffrire. Posso ben dir senza offendervi, e lo dirò per gloria di quel mestiere che ho per forza di genio intrapreso di seguitare, che Voi della Comica foste un singolare ornamento, poichè esercitandovi in essa con estremo diletto nelle vostre magnifiche villeggiature, le recaste quel fregio, che basterebbe a renderla rispettabile.

Io che tanto amo quest’arte, e che tanto di sudore ho per essa sparso, e tanto di fatica sofferto1, sarò bastantemente ricompensato coll’onorevole titolo, con cui mi concedete che io possa umilmente sottoscrivermi e rassegnarmi


Umiliss. Devotiss. e Obbligatiss. Serv.
Carlo Goldoni.




  1. Così segue nel t. III dell’ed. Paperini di Firenze, dove uscì per la prima volta, nel 1753, questa lettera di dedica: che mai a meritarmi son giunto? Insulti, ingratitudini, dispiaceri. Deh, Protettrice mia benignissima, fatemi Voi dimenticare le mie amarezze, e lo potete fare, sol tanto che del vostro compatimento vogliate degnarvi di assicurarmi. Supererò ogni contrarietà del destino, coll’onorevole titolo con cui mi concederete ch’io possa umilmente sottoscrivermi ecc.».