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176 | ATTO TERZO |
Lelio. E perchè tacere?
Colombina. Ho gridato; ma coloro non si sono mossi a pietà.
Lelio. Voi perchè prender questa e lasciar quell’altra? (all’armato)
Un Armato. Questa è quella che si è presentata alla porta della capanna.
Colombina. (La mia curiosità mi ha fatto essere più vicina alla porta). (da sè)
Lelio. Son disperato. Son fuor di me. Non so chi mi tenga, che non mi sfoghi la mia collera contro di te.(a Colombina
Colombina. Non ci mancherebbe altro, che vi sfogaste contro di me.
Lelio. E tu, maledetto, tu me la pagherai. (all'armato)
Un Armato. Io non ci ho colpa.(parte)
Colombina. Signore, lasciatemi andare.
Lelio. No; giacchè ci sei, ci devi restare.
Colombina. Che cosa volete fare di me?
Lelio. Lo vedrai, lo vedrai.
Colombina. (Oh marito mio, ci sono).(da sè)
Un Armato. Signore, state allegro. (tornando)
Lelio. Perchè?
Un Armato. È qui da voi quella Rosaura che cercate.
Lelio. Come? Chi la conduce?
Un Armato. Arlecchino, servitore del signor Ottavio.
Lelio. Che favola è questa? Io non l’intendo.
Un Armato. Volete ch’ella passi?
Lelio. Sì, venga.
Un Armato. Manco male, sarà contento.(parte)
Lelio. Andate via.
Colombina. Lasciatemi vedere la mia Rosaura.
Lelio. Andate via. (a Colombina)
Colombina. Vi prego
Lelio. Andate, o vi caccio dalla finestra.
Colombina. Aiuto.