Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
138 | ATTO PRIMO |
Beatrice. E chi vi era?
Arlecchino. Gh’era... gh’era... anca el sior Florindo.
Beatrice. Florindo?
Arlecchino. Giusto elo.
Beatrice. E l’hanno i birri condotto via?
Arlecchino. Gnora sì.
Beatrice. E Rosaura?
Arlecchino. L’è montada in calesse.
Beatrice. E Lelio?
Arlecchino. Anca lu.
Beatrice. Anche Lelio in calesse?
Arlecchino. No in calesse.
Beatrice. Ma dove?
Arlecchino. L’è andà via. L’ha fatto scampar i sbirri, el s’ha defeso, e el s’ha salvà.
Beatrice. Ma e Rosaura?
Arlecchino. Oh, quante volte che ve l’ho dito! L’è montada in calesse e l’è andada via.
Beatrice. Chi l’ha fatta andar via?
Arlecchino. Mi.
Beatrice. Tu? Come?
Arlecchino. Col viglietto che m’avì dà.
Beatrice. L’hai forse dato al mastro di posta?
Arlecchino. Giusto a lu.
Beatrice. Ed egli l’ha fatta partire per ordine mio?
Arlecchino. Gnora sì.
Beatrice. (Ora intendo. Rosaura è partita, per l’ordine che aveva dato). (da sè) E Florindo è prigione?
Arlecchino. L’è in preson. Mi l’ho visto a chiappar.
Beatrice. (Povero giovane! Farò ogni sforzo per liberarlo). (da sè) Con Rosaura è partito nessuno?
Arlecchino. Un omo dell’ostaria.
Beatrice. (Appunto secondo la commissione che ho data). (da sè) Sento gente; guarda chi è.
Arlecchino. La servo. (parte, poi ritorna)