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126 ATTO PRIMO


vissere? Farlo morir desperà? Ma ghe troverò remedio. Ricorrerò alla giustizia, te farò metter in t’una preson.

Lelio. Di ciò me ne rido. I birri non si azzarderanno accostarsi.

Pantalone. I te mazzerà.

Lelio. E allora tutti sarete contenti.

Pantalone. Ah Lelio, te prego per carità, mua vita, caro Lelio, per amor del cielo, mua vita.

Lelio. Orsù, se volete ch’io muti vita, fatemi voi mutare stato.

Pantalone. Ma come? Farò tutto quello che poderò. Dime, come hoio da far a farte muar stato?

Lelio. Datemi moglie.

Pantalone. Via; perchè no? Troveremo un bon partio, e son contento.

Lelio. Il partito l’ho ritrovato. Rosaura mi piace. Datemi quella, e può essere che mi vedrete cambiato.

Pantalone. Ma ti voi sposar una che no se sa chi la sia?

Lelio. A me non importa saper chi ella sia: mi piace, e tanto mi basta.

Pantalone. No, caro Lelio, la reputazion no vol che accorda sto matrimonio, e po ti sa pur che Florindo la vol per elo, che ti xe sta in cimento d’esser mazzà per sta putta.

Lelio. Che cimento? Ammazzerò Florindo e quanti pretenderanno impedirmi ch’io sposi Rosaura. Se incontro colui, lo voglio crivellare colla mia spada Sentite, signore, se mi trovate in un caso simile, non vi arrischiate a difenderlo. Quando mi accieca la collera, non conosco nessuno. (parte)

SCENA XI.

Pantalone solo.

Oh povero Pantalon! Oh povero pare desfortunà! Gh’ho un unico fio, e el me dà tanto da suspirar. Per causa soa ho resecà1 el negozio in città, e me son retirà in campagna, e me con-

  1. Ressecar «sopprimere, stralciare: dicesi d’un negozio o bottega ecc.»: Boerio, Diz.io cit.