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74 ATTO SECONDO


singannarvi del mal concetto che avete voi delle donne, può valere l’esempio di una che non teme irritarvi per dimostrare la propria onestà, ammirate in me la franchezza, con cui ho il coraggio di dirvi, che se ardirete più d’insultarmi, saprò chiedere e saprò trovare giustizia. (parte)

SCENA XV.

Miledi ed il cavaliere Ernold.

Ernold. Costei mi ha fatto rimanere incantato.

Miledi. Io rimango attonita, non per cagione di lei, ma per cagion di voi.

Ernold. E perchè?

Miledi. Perchè abbiate avuta la sofferenza di udirla, senza darle una mano sul viso.

Ernold. In casa d’altri, per dirla, mi sono avanzato anche troppo.

Miledi. Lo svenimento di mio fratello sarà provenuto dall’amor di Pamela.

Ernold. Io per le donne non mi son mai sentito svenire.

Miledi. Egli l’ama con troppa passione.

Ernold. Se l’ama, che si consoli.

Miledi. Ah, temo ch’egli la sposi.

Ernold. E se la sposa, che importa a voi?

Miledi. Come! Io dovrei tollerare questo sfregio al mio sangue?

Ernold. Che sfregio? Che sangue? Che debolezze son queste? Pazzie, pazzie. Io che ho viaggiato, di questi matrimoni ne ho veduti frequentemente. Il mondo ride. I parenti strillano; ma dicesi per proverbio: una maraviglia dura tre giorni. Voglio andare a vedere che fa Milord. (parte)