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PAMELA 61

Jevre. (L’amico si va riscaldando). (da sè)

Pamela. A fare il mio dovere non peno mai.

Bonfil. (È un prodigio, se io non muoio). (Ja sè)

Jevre. (Pamela, badate bene). (piano a Pamela)

Pamela. Signore, volete voi stabilire la mia fortuna, mettere in sicuro la mia onestà, e fare ch’io v’abbia a benedire per sempre?

Bonfil. Che non farei per vederti consolata?

Pamela. Mandatemi ai miei genitori.

Bonfil. A vivere fra le selve?

Pamela. A viver quieta; a morire onorata. (Bonfil pensa)

Jevre. (Deh, non fate questa risoluzione. Non mi lasciate, per amor del cielo). (piano a Pamela)

Pamela. (Lasciatemi andare, madama. Di già sento che poco ancora posso vivere). (piano a Jevre)

Bonfil. Pamela.

Pamela. Signore.

Bonfil. Sarai contenta. Anderai a vivere con i tuoi genitori.

Pamela. Ah! il cielo ve ne renda il merito. (sospirando)

Jevre. Deh signor padrone, non sagrificate questa povera giovine. Ella non sa cosa chieda, e voi non l’avete a permettere.

Bonfil. Tacete. Non sapete ciò che vi dite. Voi donne fate più mal che bene, col vostro amore. Pamela fa un’eroica risoluzione. Ella provvede alla sua onestà, al mio decoro ed alla pace comune.

Jevre. Povera la mia Pamela!

Bonfil. Le duemila ghinee che doveva avere il tuo sposo, le avrà tuo padre. (a Pamela)

Pamela. Oh quanto mi saranno più care!

Bonfil. Domani... Sì... Domani te n’andrai. (appassionato)

Jevre. Così presto?

Bonfil. Sì domani. Voi non c’entrate; andrà domani.

Jevre. Ma come? Con chi?

Bonfil. Accompagnatela voi.