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PAMELA 59

Jevre. (Povero signore! Egli si lusinga). (piano a Pamela)

Pamela. (Non vi è pericolo). (piano a Jevre)

Bonfil. Dimmi, sei tu nemica degli uomini? (si rivolge a Pamela)

Pamela. Sono anch’essi il mio prossimo.

Bonfil. Inclineresti al legame del matrimonio?

Pamela. Ci penserei.

Bonfil. (Ah beato colui che avrà una sposa sì vaga!) (resta pensoso)

Pamela. (Madama, di chi mai parla il padrone?) (piano a Jevre)

Jevre. (Chi sa che non parli di lui medesimo?) (piano a Pamela)

Pamela. (Ah, non mi lusingo!)

Bonfil. Tu non istai bene per cameriera con un padrone che non ha moglie. (a Pamela)

Pamela. Questo è verissimo.

Bonfil. Miledi mia sorella m’ha posto in puntiglio. Non voglio che tu vada con lei assolutamente.

Pamela. Farò sempre la vostra volontà.

Bonfil. Ah cara Pamela, nata tu non sei per servire, (resta pensoso)

Pamela. (Sentite?) (piano a Jevre)

Jevre. (Io spero moltissimo). (a Pamela)

Pamela. (Ah! non merito una sì gran fortuna).

Bonfil. Ho risolto di maritarti. (a Pamela)

Pamela. Signore, io sono una povera miserabile.

Bonfil. Mia madre a me ti ha raccomandata.

Pamela. Benedetta sia sempre la mia adorata padrona.

Bonfil. Sì, Pamela, voglio assicurare la tua fortuna.

Pamela. Oh Dio! Come?

Bonfil. (Mi sento staccar l’alma dal seno). (resta pensieroso)

Pamela. (Madama, che cosa mai sarà di me?) (piano a Jevre)

Jevre. (Io spero che abbiate a divenire la mia padrona). (piano a Pamela)

Pamela. (Ah, non mi tormentate). (piano a Jevre)

Bonfil. Dimmi, vuoi tu prender marito?

Pamela. Signore...

Jevre. (Ditegli di sì). (piano a Pamela)