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48 | ATTO PRIMO |
Bonfil. Va nella tua camera, ti dico, che giuro al cielo vi ti farò condurre per forza.
Miledi. Eh Milord, se non avrete rispetto....
Bonfil. Se non avrete prudenza, ve ne farò pentire. (a Miledi) Va in camera, che tu sia maledetta. (a Pamela, con isdegno)
Pamela. Madama Jevre, aiutatemi.
Jevre. Signore, per carità.
Bonfil. Andate con lei.
Jevre. Con Pamela?
Bonfil. Sì, con lei nella sua camera. Animo, con chi parlo?
Jevre. Pamela, andiamo; non lo facciamo adirar d’avvantaggio1.
Pamela. Se venite voi, non ricuso d’andarvi. (a Jevre)
Jevre. Signore, facciamo il vostro volere. (a Bonfil)
Pamela. Obbedisco a’ vostri comandi, (s’inchina, ed entra con Jevre)
Bonfil. (Ah Pamela, sei pur vezzosa!) (da sè)
Miledi. Fratello, ricordatevi dell’onore della vostra famiglia.
Bonfil. (S'accosta alla camera dov’è andata Pamela).
Miledi. Che? Andate voi nella camera con Pamela? Mi farete vedere su gli occhi miei le vostre debolezze? Giuro al cielo!
Bonfil. (Serra per di fuori colla chiave la camera ov’è Pamela, e si ripone la chiave in tasca).
Miledi. Assicurate la vostra bella, perchè non vi venga involata? Milord, pensate a voi stesso, non vi ponete a rischio di precipitare così vilmente.
Bonfil. (Senza abbadare alla sorella, parte.)
Miledi. Così mi lascia? Così mi tratta? Fa di me sì bel conto! Non son chi sono, se non mi vendico. Sa molto bene Milord che nati siamo entrambi di un medesimo sangue. Lo sdegno che in lui predomina, non è inferior nel mio seno; e s’egli mi tratta con un indegno disprezzo, mi scorderò ch’egli mi sia fratello, e lo tratterò da nemico. Pamela o ha da venire con me, o ha da lasciare la vita. (parte)
Fine dell’Atto Primo.
- ↑ Bett.: irritare di più.