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PAMELA 41

Artur. Londra non è città, che ceda il luogo sì facilmente ad un’altra.

Ernold. Eh perdonatemi, non sapete nulla. Non avete veduto Parigi, Madrid, Lisbona, Vienna, Roma, Firenze, Milano, Venezia. Credetemi, non sapete nulla.

Bonfil. Un viaggiatore prudente non disprezza mai il suo paese. Cavaliere, volete il tè?

Ernold. Vi ringrazio, ho bevuto la cioccolata. In Ispagna si beve della cioccolata preziosa. Anche in Italia quasi comunemente si usa, ma senza vainiglia, o almeno con pochissima, e sopra ogni altra città, Milano ne porta il vanto. A Venezia si beve il caffè squisito. Caffè d’Alessandria vero, e lo fanno a maraviglia. A Napoli poi conviene cedere la mano per i sorbetti. Hanno de’ sapori squisiti; e quello ch’è rimarcabile per la salute, sono lavorati con la neve, e non col ghiaccio. Ogni città ha la sua prerogativa, Vienna per i gran trattamenti, e Parigi, oh il mio caro Parigi poi, per la galanteria, per l’amore 1! Che bel conversare senza sospetti! Che bell’amarsi senza larve di gelosia! Sempre feste, sempre giardini, sempre allegrie, passatempi, tripudi. Oh che bel mondo! Oh che bel mondo! Oh che piacere, che passa tutti i piaceri del mondo!

Bonfil. Ehi. (chiama)

Isacco. Signore.

Bonfil. Porta un bicchiere d’acqua al Cavaliere.

Ernold. Perchè mi volete far portare dell’acqua?

Bonfil. Temo che il parlar tanto v’abbia disseccata la gola.

Ernold. No, no, risparmiatevi questa briga. Da che son partito da Londra, ho imparato a parlare.

Bonfil. S’impara più facilmente a parlar che a tacere.

Ernold. A parlar bene non s’impara così facilmente.

Bonfil. Ma chi parla troppo, non può parlar sempre bene.

Ernold. Caro Milord, voi non avete viaggiato.

Bonfil. E voi mi fate perdere il desio di viaggiare.

Ernold. Perchè?

  1. Segue nelle edd. Bett. e Pap.: è il giardino di Europa e la reggia del mondo.