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482 | ATTO TERZO |
Lelio. Certamente; me l’avete detto, e il signor dottor Onesti diceva che stava bene.
Buonatesta. Che cosa sa il dottor Onesti? La signora Rosaura ha perso la parola.
Merlino. Ha perso la parola? Signora Rosaura, come va? Che cosa si sente? E vero; ha perduto la favella.
Buonatesta. Tastatele il polso.
Merlino. Adesso! Oh che polso!
Buonatesta. Non è incantato?
Merlino. Certamente.
Buonatesta. Non balza?
Merlino. E come!
Buonatesta. Non è sintomatico?
Merlino. Lo volevo dire ancor io; è sintomatico.
Buonatesta. Venite qui. Le ho ordinato un cordiale. Osservate; so che l’approverete.
Merlino. Margaritarum, coraliorum, perlarum, succinorum. Va benissimo, non può andar meglio.
Buonatesta. Presto, signore, mandate alla spezieria. (alle donne)
Colombina. Ora non vi è nessuno.
Buonatesta. Signor Lelio, vada ella.
Lelio. Tanto io credo al vostro cordiale, quanto voi credete alle mie gocce d’Inghilterra.
SCENA XIV.
Tarquinio e detti.
Tarquinio. Eccomi, eccomi.
Beatrice. Che cosa comanda?
Tarquinio. Il signor Pantalone mi ha mandato a vedere, se la signora Rosaura ha bisogno di me.
Beatrice. Poverina, è in accidente, ha perso la parola.
Tarquinio. Sangue, sangue. Signora Rosaura, come sta? Non parla? Non risponde? Presto, presto; accendete questo cerino.1 Presto.
- ↑ Pap. aggiunge: Ecco la lancetta.