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LA FINTA AMMALATA 477

Pantalone. Presto el chirurgo, femoghe cavar sangue.

Agapito. Che?

Pantalone. Sangue, sangue. (forte)

Agapito. Oibò! Lasciate fare me. (vuol partire)

Pantalone. Dove andeu?

Agapito. Vado alla spezieria e torno.

Pantalone. Cossa andeu a tor? (forte)

Agapito. Le voglio mettere i vessicanti.

Pantalone. Cossa diavolo diseu? (forte)

Agapito. So quel che dico. So quel che fo. Vado e vengo. Se non le metto i vessicanti, è spedita.

Pantalone. Presto donca, presto. (forte)

Agapito. Subito, subito.1 (parte)

SCENA IX.

Pantalone, Rosaura, Beatrice e Colombina.

Beatrice2. Animo, animo; principia a rinvenire.

Colombina. Via, via, non è nulla.

Pantalone. Fia mia, fia mia.

Rosaura. Oimè! Dove sono?

Pantalone. Care le mie raìse? Cossa te sentistu, vita mia?

Rosaura. Ahi, il mio povero cuore!

Pantalone. Via, sollevete un pochetto. Levete suso, chiappa un poco de aria. Agiutela, creature, agiutela.

Rosaura. (s’alza) Oimè! Non posso star in piedi.

Pantalone. Tiremola più avanti, che l’aria da quel balcon no ghe fazza mal. (tira avanti una sedia, e Rosaura, sostenuta da Beatrice e Colombina, va a sedere.)

Rosaura. Il medico; dov’è il medico?

Pantalone. Vustu el miedego? Adesso subito lo anderò a cercar.

  1. Pap. continua: Due vessicanti alle braccia, due alle coscie, uno alla coppa, e se bisogna, un cauterio, una fontanella.
  2. Nell’ed. Pap. precede: «Pant. El me la vol scarnificar»,