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474 ATTO TERZO

Pantalone. La china a mia fia no ghe passa.

Agapito. Come passa?

Pantalone. La china no ghe passa. (forte)

Agapito. Bene; l’aiuteremo con un purgante.

Pantalone. Con un poco de cremor de tartaro. (forte)

Agapito. No, col cremor di tartaro no. La china col cremor di tartaro non va bene, non si unisce bene. China e cremor di tartaro sono due medicamenti contrari. Avete capito? Son due medicamenti contrari, che combattono fra di loro. Intendete? Due medicamenti nemici, appunto come sono nemici l’imperator della China e il Can de’ Tartari. Avete capito?

Pantalone. Aspetto un spargirico.

Agapito. Come? Un panegirico?

Pantalone. Un spargirico. (forte assai)

Agapito. Un spargirico? Ho inteso. Maledetti questi spargirici! Rovinano le spezierie. Tutti impostori, tutti ciarlatani. Non vi fidate, non credete loro. Ciarlatani, ciarlatani.

Pantalone. L’è un omo grando. (forte)

Agapito. Come si chiama?

Pantalone. Asdrubale.

Agapito. Chi? Annibale?

Pantalone. Asdrubale.

Agapito. Lo conosco, lo conosco; è venuto da me a comprar la genziana, e poi la dà per un suo segreto particolare per la febbre. Con dieci soldi busca trenta scudi. Avete inteso? (forte)

Pantalone. Ho capìo.

Agapito. Io con sette paoli gli ho fatto una boccia di spirito aromatico, ed egli guadagnerà dei zecchini. Avete capito? (forte)

Pantalone. Sior sì, ho capìo. (forte)

Agapito. Ma non gridate sì forte.

Pantalone. Criè anca vu. (forte)

Agapito. Lo fo per farmi sentire.

Pantalone. Cossa concludemo de mia fia?

Agapito. Come?

Pantalone. (Oh poveretto mi!) Per mia fia cossa ghe vol?