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LA FINTA AMMALATA 459

Onesti. Perdoni, signor dottore. Intelligitur de nominibus rerum, non personarum.

Merlino. Sì, rerum, non personarum.

Buonatesta. Siamo qui non per questionare, ma per medicare.

Onesti. (E per dire degli spropositi). (da sè)

Buonatesta. Quanti anni avete? (a Rosaura)

Rosaura. (Vuol sapere anche gli anni). (da sè) Ne ho venti.

Pantalone. No, fia mia, ti falli, i xe vintiquattro1.

Buonatesta. Siete allegra o malinconica?

Rosaura. Secondo le occasioni.

Pantalone. Ora la pianze, ora la ride.

Buonatesta. Risus est species convulsionis, vel spasmi convulsivi. Proviene il riso involontario e smoderato a pracordium inflammatione. Bisogna rimediarvi; tutti quei mali che possono dinotare impegno di coagulo, sono nella categoria dei mortali. Bisogna rimediarvi.

Merlino. Conviene rimediarvi.

Tarquinio. Se vi è impegno di coagulo, vi vuol sangue.

Merlino. Certissimo. Vi vuol sangue.

Onesti. Piano con questo sangue. La signora Rosaura non ha ingoiata l’erba sardonica, onde possa dirsi che il riso in essa sia prodotto da convulsione.2

Tarquinio. Ora ride, ora piange.

Buonatesta. Le lacrime dette dai Greci dacrya, sono effetti patematici, provenienti dall’agitazione degli spiriti animali e dal sangue.

Tarquinio. Sangue, sangue.

Merlino. Sì, sangue.

Onesti. Le lacrime non sono che un umore escrementizio, sieroso e linfatico, ex oculorum glandulis prorumpens, per occasione di qualche tristezza o di qualche dolore; onde consolata che sia la persona, cessan le lacrime, giusta il trito assioma: remota causa, removetur effectus.

  1. Pap.: vintidò.
  2. Segue nell’ed. Pap.: «ella ride per gioialità, per piacere, per allegria. Merl. Se ride per allegria, non fa duopo di sangue. Tarq. Come ride per allegria, se ora ride, ora piange? Merl. Quando sia così, voi dite bene. Buon. Le lacrime delle ecc.»