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LA FINTA AMMALATA 455

Onesti. Niente affatto. Sta meglio di voi e di me.

Pantalone. Come gnente? La ghe dise gnente a quei mali che ghe chiappà1?

Onesti. Vi parlo da galantuomo, da uomo onesto; non ha niente: non gettate denari in medici e in medicine, perchè vi replico, non ha niente.

Pantalone. Ma pur anca ela la gh’ha ordenà l’acqua cordial, e la gh’ha fatto ben.

Onesti. Sapete che cordiale è? Acqua di pozzo pura.

Pantalone. Eh via, fandonie. Se la l’ha fatta revegnir.

Onesti. È opinione; non ha niente.

Pantalone. Orsù, se la me dà licenza, vôi sentir l’opinion dei altri. Se i dirà che no sia gnente, no sarà gnente. Ma vôi sentir.

Onesti. Troverete di quelli che diranno che ha un gran male, e non sarà vero.

Pantalone. Questi che ho trova, i xe do galantomeni.

Onesti. Chi sono?

Pantalone. El dottor Bonatesta e el dottor Merlin Malfatti.

Onesti. (Buono! Un impostore e un ignorante). (da sè)

Pantalone. No i xe do virtuosi de garbo?

Onesti. Io non dico male di nessuno.

Pantalone. Xeli so amici?

Onesti. Io sono amico di tutti.

Pantalone. Hala difficoltà de unirse con lori?

Onesti. Io parlo con chicchessia.

Pantalone. Donca la vegna via, e andemo a far sto consulto, (parte)

SCENA X.

Il dottor Onesti solo.

Pover’uomo! Mi fa pietà. Getta via il suo denaro, e certamente la sua figliuola non ha verun male. Ella è innamorata, e se mi riuscisse scoprire chi sia il suo amante, avrei trovata la medicina

  1. A quei mali che l’assalgono? [nota originale]