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LA FINTA AMMALATA 449

SCENA V.

Camera di Rosaura.

Rosaura sola.

Oimè! Quel pezzo di vitello arrosto col pane1 mi ha toccato il cuore. Veduto il mio caro medico dalla finestra, subito2 mi ha fatto venire appetito3. Ora ho sete, e non so come fare. Oh, vien gente. Presto, presto, nascondiamo il resto del pane; non voglio che mi vedano mangiare.

SCENA VI.

Beatrice, Colombina e detta.

Beatrice. Cara Rosaura, non volete mangiare?

Rosaura. Non posso, non ho appetito.

Colombina. Ma senza mangiare e senza bere non si può vivere.

Rosaura. Via, per farvi servizio beverò.

Colombina. Volete acqua?

Rosaura. Non mi piace.

Beatrice. Volete vino?

Rosaura. Mi fa male.

Colombina. Volete il tè?

Rosaura. Ne sono stufa.

Beatrice. Volete il caffè?

Rosaura. Non mi conferisce.

Colombina. Volete brodo?

Rosaura. Mi fa nausea.

Beatrice. Volete del vino di Cipro?

Rosaura. Oh sì, sì, vin di Cipro. (ridendo)

Colombina. Ora lo vado a prendere. (parie, e poi torna)

Beatrice. Ditemi, quando viene il dottor Onesti, volete che io gli parli segretamente?

  1. Pap.: con questo pane.
  2. Pap.: Ho veduto ecc. e subito.
  3. Zatta: mi è venuto appetito.