Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, V.djvu/466

448 ATTO SECONDO


per essere introdotto. Fo onestamente la professione mia, vado ove sono chiamato, e per grazia del cielo posso vantarmi che dove ho avuto sinora l’occasione d’andare, sono riuscito nelle mie cure, con tutta la gloria e soddisfazione di quelli che mi hanno chiamato.

Pantalone. (Cancaro! El xe un omo grando!) (da sè)

Merlino. Se il signor Pantalone brama di me informazione, può dimandar qui al signor Tarquinio.

Pantalone. Chi èlo sto sior?

Tarquinio. Non conosce Tarquinio Cristieri? Il primo chirurgo di questa città?

Merlino. Oh, il signor Tarquinio è un uomo esperimentato.

Tarquinio. Il signor dottor Merlino è un uomo celebre.

Merlino. Per cavar sangue non vi è l’eguale.

Tarquinio. Per mali incurabili è un prodigio.

Pantalone. Ma gh’ho ben a caro aver cognossù do persone de tanto merito e de tanta vertù. Mi gho una fia che xe sempre ammalada.

Merlino. Se V. S. comanda, la visiterò.

Tarquinio. Se ha bisogno del chirurgo, son qua io.

Pantalone. Vorria far un poco de consulto; se la vol restar servida, la me farà favor. (a Merlino)

Merlino. Volentieri, la servirò.

Tarquinio. Verrò ancor io, per servirla.

Pantalone. Ma no so, se del chirurgo ghe sia bisogno.

Merlino. Può venire, e potrà dire1 la sua opinione.

Pantalone. Benissimo, ch’el vegna pur. (Manco mal, el cielo provvede2). (da sè, parte)

Merlino. Ricordatevi di approvare tutto quello che dirò io. (a Tarquinio, e parte)

Tarquinio. Se non ordina sangue, non approvo niente. (parte)

  1. Pap.: e potrà dire sul fatto.
  2. Pap.: el cielo me provvede; co sta sorte de omeni, mia fia varisse senz’altro.