Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, V.djvu/448

430 ATTO PRIMO

Pantalone. Magari; ve sarò ben obbligà.

Agapito. Con chi siete obbligato? Coll’Onesti?

Pantalone. A vu sarò obbligà. Chi èlo sto bravo miedego1?

Agapito. Conoscete voi il dottor Buonatesta?

Pantalone. Non lo cognosso.

Agapito. Ho piacere che lo conosciate. Quello è il primo uomo del mondo.

Pantalone. Come poderavio far a poderlo aver? (forte)

Agapito. Poco può stare a capitar qui.

Pantalone. Vienlo qua? (forte)

Agapito. Oh, qui praticano tutti gli uomini grandi, e quelli specialmente che si dilettano di novità. Voi siete amante di nuove? Leggete i foglietti?

Pantalone. Mi no me ne diletto.

Agapito. Dunque se vi dilettate di nuove, sentite questa.

Pantalone. Mi vorria che vegnisse sto miedego.

Agapito. Sì, tanto che viene il medico. L’Imperator della China sposerà la figlia del re del Mogol.

Pantalone. A mi no me ne importa.

Agapito. La Porta? Come c’entra la Porta? Il Turco non ha che fare colla China e col Mogol; sino che diceste il Gran Can de’ Tartari, direste bene; perchè sentite: Si prevede che il Gran Can de’ Tartari, posto in gelosia di un tal matrimonio, si armerà alle frontiere della Tartaria. Ah, ah, che ne dite? È una bella nuova?

Pantalone. Vorria che vegnisse sto miedego.

Agapito. Oh eccolo, ch’egli viene; osservate che gravità. Ah, che vi pare? AH’aspetto solo non si ha da dire che è un uomo grande?

Pantalone. Certo l’è un omo de bella apparenza.

Agapito. Che apparenza? È un uomo di sostanza.

  1. Paper., qui e dopo: medico; Pasquali: medego.