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L'AUTORE

A CHI LEGGE.


M
OLIER celeberrimo Autor Francese, nella picciola Commedia sua, intitolata l’Amour medecin, ha toccato quell’argomento su cui la presente Commedia mia è lavorata; se non che la sua Lucinda è per amore ammalata, e la mia Rosaura finge per amore di esserlo: quella ama un giovane, che per averla si finge medico, questa ama un medico, che senza saperlo l’ha innamorata. L’azione tanto dell’una, quanto dell’altra delle due Commedie, è semplicissima, senza intreccio, cosicchè prevedendosi sin da principio che l’Ammalata sarà guarita col matrimonio, manca la sospensione, che forma la miglior parte dell’opera.

Quel che può rendere la Commedia grata e piacevole, è la critica; ma questa cade sopra alcuni Medici impostori, ignoranti, e sopra uno Speziale balordo, e non vorrei, che per rispetto soltanto della professione, anche i buoni se ne offendessero, e lo avessero per male.

La satira di Molier contro i medici è sanguinosa; li mette in ridicolo, per dir vero, con troppa caricatura, e formando di tutti un fascio, fra cinque medici che mette in iscena, non ve n’è uno che ami la verità, ed operi con dottrina. È vero che la di lui moglie fu disgustata da quella di un medico sua pigionale, e pretese il valoroso Poeta di vendicarsi,1 ma per l’onte di un solo, si vendicò contro tutti.

Io non ho avuto che dir co’ medici, e non sono in collera con alcuno di loro. Uno ve n’è curiosissimo, che va dicendo che nelle opere mie non vi è la Syntaxis, ma siccome a cotesto appena si può dare il nome di medico, non merita che mi sfoghi nè con lui, nè con altri. Molti medici ho l’onor di conoscere dotti, onesti, sinceri, nemicissimi dell’impostura, fra’ quali il mio amatissimo Dottore Mat-

  1. Segue nell’ed. Paperini (IV, 1753) dove uscì quest’avvertenza la prima volta; ma siccome per l’onte d’un solo si vendicò contro tutti, meritò che alla di lui morte niuno volesse assisterlo, e morì il pover’uomo senza soccorso, fra le braccia di alcune Terziare da lui alloggiate per carità.