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cesco ebbe da Ferdinando Imperadore sette villaggi nel Friuli col titolo di Conte e Barone del S. R. I. Un Galeazzo fu Consigliere di Stato dell’Imperador Carlo IV; ed un Alberto per l’Imperadore Lottario ha governato la Lombardia. Uberto, Vescovo di Fortuna, poi Cardinale di Santa Chiesa, carissimo fu per la rara dottrina sua a Clemente VII; lo consigliava negli ardui affari di quei tempi calamitosi, e dopo averlo impiegato nelle Nunziature di Portogallo, di Francia e d’Inghilterra, lo spedì a Carlo V, affinchè lo sollecitasse a celebrare il Concilio, siccome felicemente gli riuscì di condurre a fine; e altri tre Cardinali, Gianfrancesco, Gerardo e Alberto, furono lo splendore del Vaticano, il primo de’ quali, fra le altre virtù, avea quella ancora di una esquisitissima Poesia. Di questa fu ammirabile posseditore un Lorenzo nel cinquecento, contemporaneo al Giraldi, e Veronica, moglie di Gilberto VII signor di Correggio; e Ginevra e Giulia furono Poetesse rinomatissime, dall’Ariosto lodate al Canto quarantesimo sesto con questi versi:

          «Veronica de’ Gambara è con loro,
               «Sì grata a Febo ed all’Aonio Coro.
          «Veggio un’altra Ginevra, pur uscita
               «Dal medesimo sangue, e Giulia seco
ecc.

Una Deidamia fu lo splendore de’ Letterati di quell’età, ed una Paola si venera sugli Altari, il di cui corpo si conserva incorrotto in Bene, nel Piemonte; e Fantina, e Maddalena, e Dominila per santità rinomate, furono santificatrici di tre Chiostri della Carità in Brescia e di Santa Chiara, ed in Cremona di San Benedetto. Potrei rammemorare un Lanfranco, che col Re Ferdinando fu all’Impresa di Terra Santa, ed un Manfredi, che nella Lega intervenne contro Ezzelino in Milano conchiusa, e cent’altri Eroi d’una sì illustre rinomata Famiglia, ma sol di Brunoro farò memoria, tanto per le doti sue a Carlo V diletto, che volle si dipignesse a cavallo, con questi caratteri sulla tela: Brunorus Gambara Carolo V individuus. E di Domenico Michele ancora, il quale andò parimente all’impresa di Terra Santa, acquistò la città di Tiro, e molte ne soggettò alla Repubblica Veneziana.