Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, V.djvu/414

398

Lelio. Sempre più mi consolo dell’acquisto d’un vero amico, che sa anche compatire le mie trascuraggini e le mie mancanze. Ma Florindo mio carissimo, avete inteso? La signora Rosaura è senza dote.

Florindo. Per una fanciulla questa è una gran disgrazia.

Lelio. Che cosa mi consigliereste di fare? Sposarla o abbandonarla?

Florindo. Non so che dire; su due piedi non son buono a dar questa sorta di consigli.

Lelio. Oh bene, pensatevi un poco saviamente. Io vado a parlare col di lei padre, e poi sarò da voi. Aspettatemi, che partiremo insieme. Io voglio dipendere unicamente dal vostro consiglio. Se mi consiglierete sposarla, la sposerò; se lasciarla, la lascerò. L’amo, ma non vorrei rovinarmi. Pensateci, e se mi amate, disponetemi a far tutto quello che voi fareste, allorchè foste nel caso mio. Amico, in voi unicamente confido. (parte)