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346 ATTO SECONDO


la crusca; e della farina che caverai, fammi per questa sera una minestrina con due gocciole d’olio.

Colombina. Volete far della colla per istuccar le budella?

Ottavio. Ma! con quella farina che consumate nell’incipriarvi, in capo all’anno si farebbe un sacco di pane.

Colombina. E con l’unto che voi avete intorno, si farebbe un guazzetto.

Ottavio. Impertinente! Va via di qui.

Colombina. Perchè mi discacciate?

Ottavio. Va via, che io voglio parlar colla mia figliuola.

Colombina. Bene, anderò a fare una cosa buona.

Ottavio. Che cosa farai?

Colombina. Una cosa utile per questa casa.

Ottavio. Brava, dimmi, che cosa hai intenzione di fare?

Colombina. Pregherò il cielo che crepiate presto. (parte)

SCENA XIII.

Ottavio e Rosaura.

Ottavio. Oh disgraziata! così parla al padrone?

Rosaura. Compatitela, lo dice per ischerzo.

Ottavio. La voglio cacciar via.

Rosaura. Se la mandate via, avvertite che ella avanza il salario d’un anno.

Ottavio. Basta, ditele che abbi giudizio. Figliuola mia, ho da parlarvi d’una cosa che importa molto.

Rosaura. Io vi ascolto con attenzione.

Ottavio. Ditemi, amate voi vostro padre?

Rosaura. L’amo teneramente.

Ottavio. Vorreste voi vedermi morire?

Rosaura. Il cielo mi liberi da tal disgrazia.

Ottavio. Avreste cuore di darmi una ferita mortale?

Rosaura. Non dite così, che mi fate inorridire.

Ottavio. Dunque, se non mi volete veder morire, se non mi volete