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IL VERO AMICO 321


passa, questo passa, questo non passa, questo passa e questo non passa. Quattro passano e quattro non passano. Queste le tengo, e queste portale indietro. (se le pone nella veste da camera)

Trappola. Ma come ho da fare a trovar i contadini che me le hanno vendute?

Ottavio. Pensaci tu, ch’io non le voglio. Ma come le porterai? Se le porti in mano, le romperai. Mettile nella sporta.

Trappola. Nella sporta vi è l’altra roba.

Ottavio. Altra roba? Che cosa c’è?

Trappola. L’insalata.

Ottavio. Oh! sì sì, l’insalata; quanta ne hai presa?

Trappola. Un baiocco.

Ottavio. Basta mezzo. Dà qui la metà, e l’altra portala indietro.

Trappola. Non la vorranno più indietro.

Ottavio. Portala, che ti venga la rabbia.

Trappola. Ma come ho da fare?

Ottavio. Dà qui la metà nel mio fazzoletto, (cava il fazzoletto, e gli cadono l’uova, e si rompono) Oimè, oimè! (Trappola ride) Tu ridi eh, mascalzone? Ridi delle disgrazie del tuo padrone? Quell’uova valevano due baiocchi. Sai tu che cosa sieno due baiocchi? Il denaro si semina, come la biada, e all’uomo di giudizio un baiocco frutta tanti baiocchi, quanti granelli in una spiga produce un grano. Povere quattro uova! Poveri due baiocchi!1

Trappola. Queste quattro le ho io da riportare indietro?

Ottavio. Ah! bisognerà tenerle per mia disgrazia.

Trappola. Vado ad accendere il fuoco.

Ottavio. Avverti, non consumar troppe legna.

Trappola. Per quattro uova poco fuoco vi vuole.

Ottavio. Quattro e quattro otto. (osservando quelle di terra)

Trappola. (Povero sciocco! Dopo che abbiamo fatto far quella chiave del granaio, si vende grano, e si sta da principi). (da sè, parte)

  1. Segue nell’ed. Pap.: «Trapp. Signor padrone, non pianga per la perdita di quattro uova. Ott. Perchè mi dici questo? Trapp. Perchè ne avete tante dell’uova nella testa, che fanno paura. Ott. Temerario ecc.».