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IL GIUOCATORE 285

Gandolfa. Certo, guardate che maraviglie!

Pancrazio. E chi avete intenzion di volere?

Gandolfa. Un giovinotto di primo pelo.

Pancrazio. Un giovinotto?

Gandolfa. Signor sì, e per confidarvi tutto, sappiate che questi è il signor Florindo.

Pancrazio. Eh via, che burlate!

Gandolfa. Dico davvero.

Pancrazio. E non vi vergognate? Una vecchia di settantasei anni prendere un giovinotto?

Gandolfa. Settantasei diavoli che vi portino; signor sì, voglio un giovinotto.

Pancrazio. Vi prenderà per la dote.

Gandolfa. Certo! Per la dote?

Pancrazio. Dunque perchè?

Gandolfa. Per le mie bellezze.

Pancrazio. Oh bellina!

Gandolfa. Avete invidia? Crepate.

Pancrazio. Vi mangerà tutto, e poi vi pianterà.

Gandolfa. Ho io delle maniere, che quando un uomo le conosce, non mi lascia più.

Pancrazio. Voi mi fate ridere.

Gandolfa. Vi fo ridere? Guardate se voi in tanti anni mi avete mai potuto lasciare?

Pancrazio. Vi ho sofferta.

Gandolfa. Sofferta? Bene, bene, parlate per gelosia.

Pancrazio. Vi ho sempre creduta una donna savia.

Gandolfa. E adesso, che cosa sono?

Pancrazio. Siete... quasi, quasi ve lo direi.

Gandolfa. Andate a prendere le pillole.

Pancrazio. Maritarsi di quell’età?

Gandolfa. Signor sì.

Pancrazio. Prender un giovinotto?

Gandolfa. Signor sì.

Pancrazio. Un giuocatore che manderà in rovina la casa?