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284 ATTO SECONDO

Gandolfa. Non sono poi in età tanto avanzata, che non lo possa avere.

Pancrazio. E poi, se volete prole, vi è il suo rimedio.

Gandolfa. Come?

Pancrazio. Prendete le pillole.

Gandolfa. Sì, non dite male, le prenderò.

Pancrazio. E le prenderò ancor io, e le cose anderanno bene.

Gandolfa. Eh, per voi dubito che le pillole non gioveranno più.

Pancrazio. Perchè?

Gandolfa. Perchè la lucerna è vicina a spegnersi.

Pancrazio. Sentite, se è vicina a spegnersi la mia, è vicina a spegnersi anco la vostra.

Gandolfa. Che cosa dite? Da voi a me c’è una bella differenza.

Pancrazio. Che differenza c’è? Siamo nati quasi insieme, e siamo sempre stati insieme, e tanti sono i miei, quanti i vostri.

Gandolfa. Eh via, che siete pazzo. Io era fanciulla, e voi eravate un asino grande e grosso.

Pancrazio. Io son nato dell’anno mille seicento ottanta, e voi di che hanno siete nata?

Gandolfa. Oh, vedete quanto son più giovine di voi. lo son nata del mille seicento settantaquattro.

Pancrazio. Buono! Avete sei anni più di me.

Gandolfa. Come sei anni più di voi? Non è vero.

Pancrazio. Settantaquattro e sei ottanta, il conto non falla.

Gandolfa. Voi non sapete niente.

Pancrazio. Orsù, lasciamo andare questo discorso. Voi per maritarvi siete al caso, ed io son qui, forte e lesto come un paladino.

Gandolfa. Oh, voi per maritarvi non siete più in tempo.

Pancrazio. No? Perchè?

Gandolfa. Perchè siete vecchio e pieno di malanni.

Pancrazio. E voi?

Gandolfa. Eh io1 mi mariterò.

Pancrazio. Voi sì, ed io no?

  1. Così Zatta. Paper, e Pasq.: ed io.