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IL GIUOCATORE | 247 |
Florindo. (Pur troppo). (piano a Brighella)
Rosaura. Eppure vi vedo agitato. (a Florindo)
Florindo. Ho paura di vostro padre.
Brighella. (Eli andadi tutti?) (piano a Florindo)
Florindo. (Sii maladetto, sarai contento). (piano a Brighella)
Brighella. (L’è meio che vaga via, perchè debotto1 no me posso tegnir). (parte)
Rosaura. Mio padre non viene per ora.
Florindo. No? Quando viene?
Rosaura. Dopo il mezzogiorno.
Florindo. (Gran sette, gran sette! Anche a puntare l’ho contrario). (ha un sette nascosto nelle mani)
Rosaura. Badate a parlar da voi solo, e non parlate con me.
Florindo. Eccomi da voi. Cara la mia Rosaura! (Cinque volte in faccia). (da sè)
Rosaura. Ditemi, avete voi parlato con mio padre?
Florindo. Sì.
Rosaura. Che cosa vi ha egli detto?
Florindo. Che... circa la dote ci aggiusteremo... Che per il tempo, faremo le cose con ordine... Gli abiti e le gioje mi pare... che... Sì, dice che si faranno. (va stracciando con i denti una carta da giuoco)
Rosaura. Ma questo tempo quando sarà?
Florindo. Figuratevi... sarà... (Oh maladetto!) (da sè)
Rosaura. Tempo lungo?
Florindo. Oibò.
Rosaura. Corto?
Florindo. Sì.
Rosaura. In questo mese?
Florindo. (Questo mese ho perduto de’ bei danari). (da sè)
Rosaura. In questo mese?
Florindo. Sì, in questo mese.
Rosaura. Da qui a quanti giorni?
- ↑ A momenti: v. Boerio.