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IL GIUOCATORE | 245 |
Pantalone non gli abbia dato qualche denaro1 a conto di dote.
Rosaura. Potrebbe darsi.
Colombina. Ed egli sapete che cosa farà?
Rosaura. Che cosa farà?
Colombina. Subito anderà al casino a dire: vada il tre, vada il resto.
Rosaura. Tu sei una impertinente.
Colombina. Ho sentito battere.
Rosaura. Va a vedere chi è.
Colombina. (Povera ragazza, mi fa compassione: ella crede tutto al suo caro Florindo, ed io non gli credo una maledetta), (parte)
SCENA VII.
Rosaura, Brighella e Colombina che torna.
Rosaura. Quanto mi dispiace che ora non sia venuto Florindo! Miglior occasione di questa non si poteva sperare per dirgli quattro parole con libertà. Mia zia è fuori di casa, mio padre quando viene a vedermi, viene assai tardi, e mi premeva moltissimo di dire a Florindo tre o quattro cose essenziali.
Brighella. Donca stamattina no la l’ha visto so sior padre?
Rosaura. No, non è ancora venuto a ritrovarmi. L’ho fuggito, come sapete, dal casino, e non l’ho più veduto.
Brighella. (No la pol saver gnente ne del zogo, nè della macchina). (da sè)
Rosaura. Non mi so dar pace, come Florindo non sia venuto.
Colombina. Via via, non piangete. È qui il signor Florindo.
Rosaura. Vedi, mala lingua? Tu dicevi, sarà al giuoco, sarà coll’amica.
Colombina. Chi sa dove sia stato sinora?
Rosaura. Non vuoi lasciar questo vizio di mormorare. Dov’è? Viene di sopra?
Colombina. Io non gli ho aperto.
Rosaura. Perchè non gli hai aperto?
- ↑ Savioli e Zatta: qualche poco di.