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224 | ATTO PRIMO |
Brighella. I me chiama. Bisogna che vaga; comandela andar ancor ela?
Beatrice. Voglio parlar con Florindo.
Brighella. Poverazzo! La lo lassa un poco dormir.
Beatrice. Sì, lo lascierò dormire. Aspetterò che si svegli.
Brighella. Se vien zente, no sta ben...
Beatrice. Se verrà gente, me n’anderò.
Brighella. No vorria che vegnisse sior Pantalon; anderò a veder, e se el vegnirà, l’avviserò. (parte)
SCENA XI.
Beatrice e Florindo che dorme.
Beatrice. Anima scellerata! Così mi manca di fede? Meriterebbe che io lo facessi passar dal sonno alla morte. Ah, che ancor l’amo, ancor non posso credere ch’ei mi tradisca. Mi ha promesso, mi ha giurato. Voglio attendere ch’ei si risvegli, e mostrando non saper nulla, ricavare con arte da lui medesimo la verità. (siede)
SCENA XII.
Brighella e detti.
Brighella. Signora, la vada via.
Beatrice. Perchè?
Brighella. L’è qua el socero de sior Florindo.
Beatrice. Il suocero?
Brighella. Signora sì: quello che ha da esser suo suocero.
Beatrice. Ah traditore! Non vo’ scoprirmi.
Brighella. Sior Florindo, la se sveia.
Florindo. I miei denari, i miei denari. (svegliandosi)
Brighella. Cossa è sta?
Florindo. Oimè, i miei denari.
Brighella. Coss’è, s’insonielo?
Florindo. Sì, mi pareva che mi avessero sbancato, mi portavano via li denari.