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IL CAVALIERE DI BUON GUSTO 183

SCENA VI.

Conte Ottavio servendo Donna Eleonora, Florindo, Clarice,
Lelio e Beatrice, Dottore e Pantalone.

Ottavio. M’inchino alla Marchesina.

Eleonora. Buona sera, nipotina.

Florindo. Riverisco la mia adorabile Marchesina.

Clarice. Serva divota. Perdonate l’incomodo. La compagnia è stata causa.

Beatrice. Tutti, tutti da voi.

Lelio. Anch’io ho l’onore d’inchinarmi.

Dottore. Viva la signora Marchesina, viva centomila anni1.

Pantalone. Anca mi con tutto el cuor. El cielo la benediga.

Rosaura. Ih, ih, grand’allegria, gran brio! Il conte Ottavio infonde l’allegria in tutti.

Lelio. Sapete chi ci ha infusa l’allegria?

Rosaura. Chi mai?

Lelio. Dieci bottiglie di Canarie squisito.

Rosaura. Oh, non voglio credere che siate spiritosi per questa ragione.

Ottavio. No, ragazza mia, non siamo allegri per questo; abbiamo bevuto da uomini, e non da bestie. Quello che ci fa essere allegri, è la buona compagnia che abbiamo goduta. Una tavola parca e sobria, ma con buona armonia di tutti, e data veramente di cuore. Queste dame gentili, questi cavalieri brillanti, tutto ha contribuito a farci godere una buona giornata. Ma quello che ci colma di giubbilo, ed ora ci presenta a voi col riso sulle labbra, siete voi stessa, adorabile Marchesina. Abbiamo bevuto alla vostra salute. Mia cognata ha detto (testimoni tutti questi signori), ha detto: viva la Marchesina mia nuora. Ecco il contino Florindo, che vi offerisce la mano; ecco la contessa Beatrice, che come figlia vi accetta. Ecco un vostro servo, che onorerete col titolo di vostro zio.

  1. Bett.: Evviva la signora Marchesina, evviva.