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180 | ATTO TERZO |
Ottavio. Maestro di casa?
Brighella. Lustrissimo.
Ottavio. Presto, andate subito a portar un’ambasciata alla marchesina Rosaura. Fatele sapere che tutta la conversazione ha bevuto alla sua salute, e specialmente la contessa Beatrice ha bevuto alla salute di sua nuora.
Beatrice. Io non ho detto...
Ottavio. Subito, subito. Fate l’ambasciata, e non pensate ad altro.
Brighella. La sarà servida. (parte)
Ottavio. Facciamo una cosa. Andiamo tutti a ritrovare la Marchesina. Che dite, signora donna Eleonora?
Eleonora. Per me sono tutti padroni.
Ottavio. Via, signora cognata, andiamo.
Beatrice. Voi mi volete mettere in qualche impegno.
Ottavio. Sì, in un impegno che in due parole si scioglie.
Florindo. Cara signora madre, se mi volete bene, andiamo.
Beatrice. Tu mi vuoi far fare ogni cosa a tuo modo.
Florindo. Via; viene, viene.
Ottavio. Brava, brava, andiamo. Anche voi, signora Baronessa.
Clarice. Io non ho confidenza colla Marchesina.
Ottavio. La contessa Beatrice è vostra cugina.
Eleonora. Se volete venire, mi farete onore. (Verrà a mortificarsi). (da sè)
Clarice. Accetterò le vostre grazie. (Poi le dispiacerà che vi sia andata). (da sè)
SCENA III.
Brighella e detti.
Brighella. Illustrissimo, la signora Marchesina ringrazia tutta sta nobile conversazion per i brindesi che ghe son sta fatti, e principalmente la ringrazia l’illustrissima signora contessa Beatrice del brindese cortesissimo che la gh’ha fatto, degnandose de chiamarla col nome de niora, e la protesta d’esserghe serva devota, e come fia obbediente.