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176 ATTO TERZO

Brighella. Come, tocco de sguattaro1 maledetto!

Arlecchino. Se me perderì il respetto, ricorrerò.

Brighella. A chi ricorrerastu?

Arlecchino. Ai mi protettori.

Brighella. E chi èli sti protettori?

Arlecchino. Ricorrerò a siora comare.

Brighella. Ti ricorrerà a siora comare? E questo intanto sarà sior compare. (gli dà un calcio)

Arlecchino. (Senza parlare va disponendo le sedie, e di quando in quando va dicendo a Brighella) Reverisso el sior compare. (E poste le sedie, replica) Fazzo una reverenza al sior compare. (parte)

Brighella. Sti baroni, quando i trova chi ghe fa far delle baronade, i xe tutti contenti. Me par che i padroni vegna.

SCENA II.

Il Conte Ottavio servendo Donna Eleonora, Florindo,
Clarice, Lelio, Beatrice, Pantalone, Dottore
e Brighella.

Ottavio. Oh, con i lumi ci vedremo meglio. Favorite d’accomodarvi. Beviamo il caffè. (siedono)

Pantalone. Dopo el vin de Canarie, xe necessario un poco de caffè.

Dottore. Ci vuol altro che caffè a smorzar i calori. Acqua vuol essere. Pantalone2.

Ottavio. Care le mie damine, quanto vi sono obbligato dell’onore che mi avete fatto questa mattina! (versa il caffè) Io non ho altro bene al mondo che l’allegria, la compagnia de’ buoni amici, l’onore che mi fanno queste adorabili dame. Cara Baronessina, questo è per voi. (a Clarice)

Clarice. Obbligatissima. Caffè non ne bevo quasi mai.

  1. Guattero. [nota originale]
  2. Bett.: Ai vol alter che caffè a smorzar al fugh. Ai voi d’l’acqua, Pantalon.