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IL CAVALIERE DI BUON GUSTO 167


gnor conte Ottavio è preziosa. Ne abbiamo bevuto una chicchera per ciascheduno.1

Beatrice. Questo signor conte Ottavio ha poca creanza.

Lelio. Veramente far aspettare due dame è poca civiltà.

Clarice. Con me il conte Ottavio non ha da prendersi soggezione.

Beatrice. In quanto a questo, molto meno con me, che son sua cognata.

Lelio. Il conte Ottavio ha un’aria troppo superiore.

Clarice. Vi ha fatto forse qualche mal termine?

Lelio. No; ma gli voglio bene, e mi dispiace sentirlo criticare.

Pantalone. Mi, la me perdona, lo sento anzi lodar, e amar, e respettar da tutti.

Lelio. Eh, cosa sapete voi, che siete un ignorante?

Pantalone. Responderia de trionfo2, se no fussimo dove che semo.

Dottore. Il signor conte Ottavio, per dirla, è l’idolo di Napoli.3

Lelio. Eh, andate a tastare il polso a’ morti.

Dottore. Padron mio, ella parla male di molto4.

SCENA XI5.

Il Conte Ottavio, dando di braccio a donna Eleonora, e detti; poi il Cameriere.

Ottavio. Per amor del cielo, compatite se vi ho fatto aspettare. L’appetito vi farà riuscire men cattivo il pranzo. Mangeremo con gusto, se ce ne sarà.

Clarice. È scusabile il signor Conte, se ha tardato a venire, mentre aveva da servire una dama.

Eleonora. Se avesse egli saputo che la signora Baronessa lo attendeva, sarebbe venuto più presto.

  1. Segue nelle edd. Bett., Pap. ecc.: «Lel. Sì; è di quella che ho io regalata al Conte. Pant. Polentina, polentina. Lel. Cosa dite? Pant. Digo che a mi me piase la polentina, e a ela? Lel. Non vi rispondo. Beatr. Questo signor Conte, ecc.»
  2. Lo stesso che rispondere alle rime o per le rime. [nota originale]
  3. Bettin.: El sgnor cont Ottavi l’è l’idol de Napol.
  4. Bett.: Mo l’am perdona, la parla mal.
  5. Sc. XX nell’ed. Bett., XIII nell’ed. Pap.