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152 | ATTO SECONDO |
SCENA III1.
Pantalone per un’altra porta, e detto.
Pantalone. Servitor de vussustrissima.
Ottavio. Buon giorno, signor Pantalone.
Pantalone. I m’ha fatto vegnir per la porta da drio 2.
Ottavio. Vi dirò; siccome ho ricusato ricevere altre persone, voglio evitare di essere criticato, preferendo agli altri la vostra persona.
Pantalone. Son vegnù a avvisarla, che me xe capitaà un bon negozio.
Ottavio. Fatelo; non avete bisogno di dirlo a me.
Pantalone. Ma se tratta de una compra de diesemille ducati; ho piaser che la lo sappia.
Ottavio. Per dir vero, è un colpo grosso. Avete il contante?
Pantalone. Ghe n’ho anca de più.
Ottavio. Che cosa si tratta di comprare?
Pantalone. Diamanti e perle.
Ottavio. Chi è il venditore?
Pantalone. Un Persian.
Ottavio. Buono; porta roba del suo paese; sarà venditore di prima mano.
Pantalone. Certissimo; l’è de prima man.
Ottavio. La roba è stata veduta da altri?
Pantalone. L’è arrivà sta mattina, e mi son sta el primo a vederla.
Ottavio. I diamanti sono di grandezza estraordinaria?
Pantalone. Tutti mezzani.
Ottavio. Si esiteranno più facilmente. Le perle rotonde, bianche, uguali?
Pantalone. Perfettissime.
Ottavio. Vi par buon negozio?
Pantalone. Da vadagnar el doppio.