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IL CAVALIERE DI BUON GUSTO 151


se non la riceve, avvisatemi. (cameriere parte) Caro segretario, a un gentiluomo di provincia date del padron colendissimo? (leggendo)

Segretario. Cogli altri cavalieri ho costumato così.

Ottavio. Alla francese, alla francese1. Monsieur.

Cameriere2. Il signor Pantalone de’ Bisognosi. (al Conte)

Ottavio. Vi son altri in anticamera?

Cameriere. Vi è il sarto e il tapezziere.

Ottavio. Mandateli dal maestro di casa. Il signor Pantalone fatelo passare per l’altro appartamento, e introducetelo per di qua.

Cameriere. Sarà obbedita.

Ottavio. La Contessa ha ricevuta la Baronessa?

Cameriere. L’ha ricevuta coi denti stretti. (parte)

Ottavio. Già non allarga i denti, se non quando dice male del prossimo. Segretario, rifate la prima lettera, e poi questa sera ci rivedremo.

Segretario. E a quest’altra, Monsieur?

Ottavio. Sì, poche cerimonie.

Segretario. E a questa dama?

Ottavio. Qualche vezzo, qualche parola brillante.

Segretario. Non so se vi riuscirò.

Ottavio. Avete mai fatto all’amore?

Segretario. Illustrissimo no.

Ottavio. Sarete sempre di poco spirito.

Segretario. Io dubito, se m’innamorassi, che diventerei peggio.

Ottavio. Altro è innamorarsi, altro è far all’amore.

Segretario. Perdoni, non rilevo questa differenza.

Ottavio. Nè io vi voglio fare il maestro.3

Segretario. (In verità, che da un tal padrone vi è da imparar qualche cosa). (da sè, parte)

Ottavio. Il mio segretario non è tagliato sul gusto del gran mondo; ma non importa, pel mio servizio è meglio così.

  1. Bett.: Sciolto, sciolto, alla francese.
  2. Comincia nell’ed. Bett. la sc. VII.
  3. Segue nelle edd. Bett., Paper, ecc.: «Segr. Mi dispiace non poterla servir bene anche in ciò. Ott. No no, non importa. Io non mi servo de’ miei domestici per gli affari amorosi. Ciò non conviene ad un cavaliere onesto. So far da me quando voglio. Andate. Segr. (In verità ecc.)».