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122 ATTO PRIMO


dialogo fra il calamaio e la lucerna è una cosa molto graziosa1. Ma il sole principia a riscaldare la terra. Or ora verranno visite; non voglio lasciarmi trovare in quest’abito di confidenza. Chi vuole esiger rispetto, deve anche in casa propria prendersi qualche piccola soggezione. Chi è di là?

SCENA II.

Brighella, Cameriere e detto.

Brighella. Illustrissimo.

Ottavio. Chiamatemi il maestro di casa.

Brighella. Illustrissimo, gh’è una novità.

Ottavio. Che cosa c’è di nuovo?

Brighella. El maestro de casa no se trova.

Ottavio. Come non si trova?

Brighella. In camera noi gh’è, e no gh’è più nè i so bauli, nè gnente della so roba. El s’ha cercà per mezzo Napoli, e nol se trova.

Ottavio. Ha portato via qualche cosa?

Brighella. Per quanto el credenzier, el cogo e mi abbiemo fatto diligenza, no podemo dir che manca gnente.

Ottavio. Perchè dunque credete voi se ne sia andato, dopo otto giorni ch’egli era al mio servizio?

Brighella. Mi, lustrissimo, ghe dirò el perchè. Perchè l’ha ordenà al sior segretario de revederghe i conti della settimana.

Ottavio. Ma io costumo così. Ogni settimana fo i conti al maestro di casa.

Brighella. E lu, che sta cossa no ghe comodava, el se l’è sbignada2.

Ottavio. Ho piacere che se ne sia andato. Mi avrà portato via qualche zecchino, ma non importa. Se io era uno di quelli che fanno i conti una volta al mese, mi avrebbe portato via

  1. Trovasi nella lettera precedente alle due citate, pure al Seghezzi (pp. 115 sgg.)
  2. Se n’è andato. [nota originale]