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illuminandoli che le umane passioni possono avvelenar il cuore, e che chi è destinato da Dio ai Governi, ai Tribunali, alle Magistrature, deve affatto di queste religiosamente spogliarsi. Di questa sorta d’Eroi ne ha sempre dati alla Repubblica Serenissima l’antichissima Casa de’ Mocenighi, e splendono anche adesso i vivi luminari di cotal Cielo, i quali unendo alla pietà vera la giustizia umana, fanno punire il vizio e proteggere l’innocenza. Che dunque potrò io temere sotto la protezione di un Cavaliere sì grande, che per origine e per costume sa compatire, difendere e beneficare? Ecco quel che poss’io giustamente temere: non esser degno della di Lei protezione. Un Cavaliere di sì ottimo gusto, di così fino discernimento, come può mai di me contentarsi? Eppure ho motivo di lusingarmi di un tanto bene, ad onta di tutto ciò che potrebbe disingannarmi. V. E. si è compiaciuta più volte dell’Opere mie, forse unicamente per questo, perchè di tratto in tratto la Verità vi si scorge. Oh bellissima Verità, quanto sei preziosa! Con te sola al fianco vado incontro ad una schiera di Maldicenti, di Critici, d’Impostori. Sì, con te sola, sicurissimo d’aver comune con te il presidio, la protezione di un Cavaliere che ti conosce, che ti ama, che ti sostiene. Eccomi a’ piedi dell’E. V., colla scorta della Verità, ad offrirle, unito a questa mia miserabile Commedia, il mio umilissimo cuore, e a protestare in faccia del Mondo tutto, che sopra qualunque altra terrena felicità apprezzo quella di essere, quale con profondo ossequio mi rassegno

Di V. E.



Umiliss. Devotiss. e Obbligatiss. Serv.
Carlo Goldoni