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delineare. Diranno forse taluni (quelli cioè che per invidia o per astio cercano di oscurare il merito e la verità), diranno essere tante Virtù derivate nell’E. V. per necessità, poichè un Cavaliere che trae l’origine dai chiarissimi fonti di Genitori illustri, magnanimi, eccelsi; che nella serie degli antichissimi Avi suoi conta un numero prodigioso d’Eroi, di Padri meritissimi della Patria, di Serenissimi Dogi, di Condottieri d’Armate, dovea sortire il talento grande, le inclinazioni magnanime, che nell’E. V. mirabilmente risplendono. Sì, accordo loro che, anche per ragione di sangue, Ella tiene quel luogo fra i Padri eccelsi della Repubblica Serenissima, che in Cielo tengono fra le stelle i pianeti, ma sarà sempre merito dell’E. V. l’onor ch’Ella rende a chi grande lo ha fatto nascere, e i fregi ch’Ella ha accresciuto al purissimo sangue che nelle vene le scorre. Ella si è sempre creduta in debito di doverlo fare. Tutte le azioni sue sono state all’onorato fine dirette di accrescer lustro alla Famiglia ed ai Posteri che succederanno. Un nuovo oggetto d’assicurarlo state sono le felicissime Nozze di V. E. colla nobilissima Dama la Signora Caterina Loredan, Nipote degnissima del Serenissimo Regnante Doge1. Nozze più liete non poteansi per la Repubblica celebrare, poichè innestandosi due principali rami di essa, due rami che per ragione delle nobilissime Genitrici loro derivando egualmente da una Regina di Cipro, promettono frutti alle comuni speranze corrispondenti. Voglia Dio concederli all’E. V. ed alla Patria Augusta, che li sospira! Bella fortuna avranno certamente cotali Figli, mentre sortiranno dall’E. V. l’essere, l’educazione, l’esempio! Ella non insegnerà loro, per vero dire, nè una finta pietà, nè una studiata simulazione, per procurarsi gli onori, per acquistarsi il credito e le aderenze. Comunicherà loro piuttosto le di Lei massime, le quali sono di sempre pronunziare la Verità, di non confonderla cogli umani rispetti, di preferirla all’utile, al comodo ed al costume medesimo che trionfa. Farà loro conoscere la vera Giustizia insidiata dall’Impostura,

  1. Francesco Loredan, Doge di Venezia nel marzo 1752, morto nel maggio 1762.