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68 | ATTO TERZO |
scena far dichiarare l’argomento o dal Pantalone col Dottore, o dal padrone col servo, o dalla donna colla cameriera. Ma la vera maniera di far l’argomento delle commedie, senza annoiare il popolo, si è dividere l’argomento stesso in più scene, e a poco a poco andarlo dilucidando, con piacere e con sorpresa degli ascoltanti.
Lelio. Orsù, signor Orazio, all’improvviso non voglio recitare. Voi avete delle regole, che non sono comuni, ed io, che sono principiante, le so meno degli altri. Reciterò nelle commedie studiate.
Orazio. Bene; ma vi vuol tempo, avanti che impariate una parte e che io vi possa sentire.
Lelio. Vi reciterò qualche cosa del mio.
Orazio. Benissimo, dite su, che v’ascolto.
Lelio. Vi reciterò un pezzo di commedia in versi1.
Orazio. Recitateli pure. Ma ditemi in confidenza, sono vostri?
Lelio. Ho paura di no.
Orazio. E di chi sono?
Lelio. Ve lo dirò poi. Questa è una scena, che fa il padre con la figlia, persuadendola a non maritarsi.
Figlia, che mi sei cara quanto mai
Dir si possa, e per te sai quanto ho fatto,
Prima di vincolarti col durissimo
Laccio del matrimonio, ascolta quanti
Pesi trae seco il coniugal diletto.
Bellezza e gioventù, preziosi arredi
Della femmina, son dal matrimonio
Oppressi e posti in fuga innanzi al tempo.
Vengono i figli. Oh, dura cosa i figli!
Il portarli nel seno, il darli al mondo,
- ↑ Segue nelle edd. Bettin., Paper, ecc.: «Or. In versi? Mi dispiace. Lei. Eppure le buone commedie italiane devono essere scritte in versi. Così hanno fatto i nostri antichi, e così vogliono che si faccia alcuni moderni. Or. Venero gli antichi, rispetto i moderni, ma non sono di ciò persuaso. La commedia deve essere in tutto verisimile, e non è verisimile che le persone parlino in verso. Oh, mi direte, il verso non si ha da conoscere, e dee all’orecchio parer prosa. Se non si ha da conoscere il verso, se deve parer prosa, dunque scrivete in prosa. Lel. Non volete che vi reciti questi versi? Or. Recitateli pure ecc.».