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IL TEATRO COMICO | 61 |
musica i suffragi per tirar la gente al teatro. Ma, grazie al cielo, si sono tutti disingannati1. Io non voglio entrare nel merito o nel demerito de’ professori di canto, ma vi dico che tanto è virtuoso il musico, quanto il comico, quand’ognuno sappia il suo mestiere; con questa differenza, che noi per comparire dobbiamo studiare per necessità, ma voi altre2 vi fate imboccare un paio di arie, come i pappagalli, e a forza d’impegni3 vi fate batter le mani. Signora virtuosa, la riverisco. (parte)
Eleonora. Ecco qui. I comici sono sempre nemici dei virtuosi di musica.
Placida. Non è vero, signora, non è vero. I comici sanno rispettare quei musici che hanno del merito e della virtù; ma i musici di merito e virtuosi rispettano altresì i comici onorati e dabbene. Se foste voi una virtuosa di grido, non verreste a offerirvi a cantare gli intermezzi nella commedia. Ma quando ciò vi riuscisse, avreste migliorato assai di condizione, mentre è molto meglio vivere fra’ comici mediocri, come siamo noi, che fra i cattivi musici, coi quali sarete sinora stata. Signora virtuosa, a lei m’inchino. (parte)
Eleonora. Questa prima donna avrà fatto da principessa, e si crede di essere ancora tale.
Beatrice. Come voi, che avrete veduti i cartoni di qualche libro di musica, e vi date a credere di essere virtuosa. È passato il tempo, signora mia, che la musica si teneva sotto i piedi l’arte comica. Adesso abbiamo anche noi il teatro4 pieno di nobiltà, e se prima venivano da voi per ammirare, e da noi per ridere, ora vengono da noi per goder la commedia, e da voi per far la conversazione. (parte)
Eleonora. Sono ardite davvero queste commedianti. Signori miei, non mi credeva di avere un simile trattamento.
Eugenio. Sareste stata meglio trattata, se foste venuta con miglior maniera5.
Eleonora. Noi altre virtuose parliamo quasi tutte così.