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60 ATTO SECONDO

Eleonora. Io la commediante!1

Orazio. Ma dunque cosa vuol far con noi?

Eleonora. Verrò2 a cantar gli intermezzi.

Orazio. Obbligatissimo alle sue grazie.

Eleonora. Il compagno3 lo troverò io, e con cento4 zecchini vi assolverete dalle spese di tutti due.

Orazio. Non più di cento zecchini?

Eleonora. Viaggi, alloggi, piccolo vestiario: queste sono cose che ci s’intendono.

Orazio. Eh benissimo, cose che si usano.

Eleonora. Gli intermezzi li abbiamo noi; ne faremo quattro per obbligo in ogni piazza, e volendone di più, ci farete un regalo di dieci zecchini per ogni muta.

Orazio. Anche qui non c’è male.

Eleonora. L’orchestra poi deve essere sufficiente.

Orazio. Questo s’intende.

Eleonora. Abiti nuovi.

Orazio. Ho il sarto in casa.

Eleonora. Il mio staffiere fa la parte muta, e si contenterà di quello che gli darete5.

Orazio. Anche il servitore è discreto6.

Eleonora. La cosa è aggiustata, mi pare.

Orazio. Aggiustatissima.

Eleonora. Dunque....

Orazio. Dunque, signora, noi7 non abbiamo bisogno di lei.

Tutti. Bravo, bravo. (con’allegria)

Eleonora. Come! Mi disprezzate così?

Orazio. Cosa credete, signora mia, che i comici abbiano bisogno, per far fortuna, dell’aiuto della musica? Pur troppo per qualche tempo l’arte nostra si è avvilita a segno di mendicar dalla

  1. Bett., Paper, ecc. aggiungono: Mi maraviglio di voi. Una virtuosa mia pari non si abbassa a tal segno.
  2. Bett., Pap. ecc.: Per far la fortuna della vostra compagnia, verrò.
  3. Bett. e Pap.: Sentite; il compagno.
  4. Bett. e Pap.: cinquecento.
  5. Bett. e Paper.: e si contenterà di venti scudi il mese.
  6. Segue nelle edd. Bettin. e Paper.: «Eleon. Tutto va bene. Ottavio. Va benissimo». Ottavio è lo stesso che Orazio.
  7. Bett. e Pap.: Dunque può andarsene, che noi.