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IL POETA FANATICO 609

Ottavio. E se il marito fosse nemico della poesia1?

Florindo. Si può trovare un marito poeta.

Ottavio. Oh cielo! Basta... Con un poeta, forse forse indurre mi lascierei.

Florindo. Ed ella allora sarebbe contenta, e comporrebbe felicissimamente.

Rosaura. Comporre? Mai più.

Ottavio. Eh aspetta, aspetta con questo mai più. Ma chi sarà mai questo fortunato poeta, a cui toccherà in sorte una virtuosa di questo grido?

Florindo. Non saprei; bisognerà ricercarlo.

Ottavio. Caro il mio caro Breviano Bilio, voi potreste essere questo sposo felice.

Florindo. Oh io non merito quest’onore!

Ottavio. Dovendola maritare, a voi la darei più volentieri, poichè maggiormente la vostra Musa, unita a quella di Rosaura, farebbero stupire il mondo.

Florindo. Certamente potrei chiamarmi fortunatissimo.

Rosaura. Voi discorrete, ed io vi dico mai più.

Ottavio. Mai più, mai più, ed io vi dico sempre, sempre.

Rosaura. A una figlia nubile non conviene.

Ottavio. Converrà dunque a una maritata.

Rosaura. Ma se sono... fanciulla.

Ottavio. Ma se sarete... maritata.

Rosaura. Io?

Ottavio. Signora sì.

Rosaura. Con chi?

Ottavio. Con Breviano Bilio.

Rosaura. Mi burlate?

Ottavio. Breviano, ditelo voi.

Florindo. Così è, signora Rosaura; se vi degnate, io sarò vostro sposo.

Rosaura. Ah!(respira)

  1. Bett. aggiunge: povera lei e povero me.